Lea Luzzatto è una giovane professoressa bellunese di 23 anni che viene trovata esanime in casa, riversa in una pozza di sangue con il cranio fracassato nella gelida notte del 17 dicembre 1946. Il suo corpo giace in fondo alle scale della villetta di famiglia in via Feltre n.1 a Belluno, dove abita con la madre e il fratello. Il fatto fa molto scalpore in città, per ché coinvolge una nota famiglia della borghesia bellunese. Due ispezioni cadaveriche, due autopsie, due processi. Morte accidentale o delitto? La triste vicenda è ricostruita dall’autore attraverso gli atti processuali conservati all’Archivio di Stato di Venezia e gli articoli dei giornali dell’epoca.
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